Sede

Il nostro ambiente multifunzionale

Nel 1993, per rispondere alle esigenze che stavano emergendo, la compagnia decide di avere una sede propria e la individua in un vecchio capannone industriale sulle sponde del torrente Cervo, poco oltre il ponte della Maddalena, luogo in cui, si dice, sia stata arsa sul rogo Margherita, compagna di Fra Dolcino. Stipula pertanto un affitto, che dura tuttora, con i proprietari dell’ex Lanificio Pria, del quale lo spazio rappresentava l’appendice più recente e meno nobile.

Scarni ed essenziali, i locali si prestano invece perfettamente alle ipotesi non convenzionali di palcoscenico e sala prove a cui la compagnia, sin dalle origini, decide d’ispirarsi. Poco per volta, superando persino l’impatto dirompente dell’alluvione del giugno 2002, che lo sommerge di fango, lo spazio prende sempre più la forma di un ambiente multifunzionale, specialmente dopo aver aggiunto (dal 2005 in comodato d’uso e dal 2011 con contratto d’affitto), anche il piano strada, prima occupato da altre attività. Ecco allora che alla sala teatro, nonché sala prove e ai camerini, si affiancano la sartoria, lo spazio deposito per le scenografie e le salette per il lavoro dei tecnici (falegnameria e audio-luci).

“Il mondo intero è un palcoscenico e gli uomini e le donne, tutti, non sono che attori” 

- William Shakespeare -

Teatro

Cuore della sede è la sala teatrale, composta da palco (9 metri per 5) e platea (10 metri per 10) con piccola balconata di collegamento, oltre alla consolle-regia. Duttile e spaziosa (capienza da 99 posti) è dotata di un’ottima acustica e può ospitare, oltre alle rappresentazioni teatrali, anche concerti di generi diversi, trasformandosi all’occorrenza in uno spazio musicale d’atmosfera un po’ retro. La versatilità dello spazio permette inoltre di utilizzare la zona palco come platea e viceversa. 

Camerini

Di servizio al palco, i camerini, nella loro essenzialità offrono quanto occorre agli attori in fase di preparazione. La saletta maggiore è utilizzata anche come ufficio e spazio riunioni.

Sartoria

Nel grande spazio adiacente la sala teatro, dove in origine c’era l’ingresso, ora si trova la sartoria, nonché attrezzeria. Ricca di centinaia di abiti scenici e non solo, testimoni di una lunga storia di spettacoli, ma anche frutto di donazioni, è sempre più un fiore all’occhiello di Teatrando. La varietà e originalità di quanto qui riposto diventano spesso fonte d’ispirazione per nuovi allestimenti.

Salone e Scenografie

Dal momento in cui nel 2005 diventa disponibile e operativo anche il vasto spazio sul piano strada, s’inizia a riporre in modo più sistematico scenografie e mobili (anch’essi a volte frutto di donazioni). In breve tempo l’area si riempie, assumendo connotazioni sempre più intriganti e curiose, tanto da suggerire involontariamente la possibilità di realizzare un percorso caratterizzato dalle mille sfaccettature del materiale lì contenuto. Nasce così l’idea dello spettacolo “TeatrandHalloween” e a seguire “Il Gran Tour delle fiabe” oltre ad altri occasionali spettacoli itineranti. 

Salette Tecniche

Contigue all’ampio salone delle scenografie, le salette tecniche constano di tre locali adibiti a ripostiglio di materiale illuminotecnico nonché officina di manutenzione. A questi si aggiunge una piccola falegnameria, ricavata alle spalle del vasto ingresso. Anche questi spazi vengono a volte utilizzati per arricchire i percorsi scenici.

Esterni

Attualmente l’ingresso avviene da un ampio portone sulla via Ogliaro, che rappresenta l’imbocco verso la Valle Cervo ed è pertanto molto trafficata. Tutto il lato strada dalla parte dell’ingresso è comunque disponibile per il parcheggio, così come la via Corradino Sella che arriva fino al ponte di Chiavazza. In origine l’accesso avveniva da una porticina a monte, che poi offriva un passaggio lungo il torrente, estremamente affascinante e che ora viene utilizzato come raccordo tra i due piani nonché, all’occorenza, come spazio scenico. Da annoverare tra gli spazi “esterni” anche una parte di stabile più antica, molto stimolante da un punto di vista teatrale e da noi chiamata “zona proibita”.